Sono “No caption needed” di Giulia Cannas e “umlaut” di Vicent Giampino i due progetti selezionati per il bando τέχνη – téchne 2025. Gli artisti saranno in residenza tecnica in Lavanderia a Vapore, insieme al light designer Gianni Staropoli, dal 20 al 24 gennaio 2025.
“No caption needed” è un’indagine sul corpo e sulla sua capacità di esprimere significati che superano le barriere del linguaggio. La ricerca muove dai temi della marginalità e delle periferie, luoghi che spesso generano identità urgenti, autentiche e potenti. La danza si fa forma di protesta culturale e sociale, è un atto poetico e politico mosso da una rabbia generativa tipica dell* giovani in rivolta cresciut* in ambienti svantaggiati, trasformandola in energia vitale e forza motrice per il cambiamento. Il frammento proposto rappresenta un momento in cui il linguaggio corporeo si apre a una contaminazione più marcata, richiamando elementi della street dance. Questo segmento è accompagnato da due tracce sonore di Iceboy Violet, artista queer, che amplificano l’intensità emotiva e la forza narrativa della scena. Nel corpo emerge una rabbia che si esprime attraverso gesti forti e fendenti, quasi a voler irrompere e rompere lo spazio circostante.
Giulia Cannas è danzatrice, performer e autrice. Il suo percorso artistico è da sempre guidato da una ricerca profonda sul movimento, che l’ha condotta a sviluppare un linguaggio scenico sperimentale e personale. Il suo lavoro si radica in Sardegna, pur coltivando allo stesso tempo relazioni con contesti creativi nazionali e internazionali, ampliando continuamente lo sguardo e contaminando il linguaggio artistico. Si è formata e a collaborato con realtà come la Biennale Danza di Venezia, Anghiari Dance Hub, Da.Re., Oltrenotte e Cortoindanza, per citarne alcuni. Giulia Cannas sostenuta da Fuorimargine – centro di produzione per la danza e le arti performative – e fa parte dell’associazione movimentopoetico.
In “umlaut“, il teatro è la ri-coreografia del simbolico incorporato, una pressa per autodemolizioni. Uno degli strumenti coreografici utilizzati è il quoting, mezzo di riassemblaggio che pone il performer fuori dal tempo cronologico e opera come una dieresi sulla genealogia corporea, poiché l’origine è uno scarto continuo o, per meglio dire, il corpo è un rimando continuo di scarti in asincrono. Schau ( mostra, esposizione, spettacolo) è una delle due derivazioni del progetto umlaut e pone una dieresi sull’ inchino, atto del piegarsi a qualcuno, gesto che sancisce l’inizio e la fine di un momento, l’accogliere e il commiato, il ringraziamento e il perdono, la richiesta di grazia e la resa alla condanna.
Vincent Giampino, choreography-maker e performer, si forma tra Italia, Germania e Olanda dove consegue il B.A. presso SNDO – School for New Dance Development di Amsterdam. I suoi primi lavori vengono mostrati in Germania, Belgio e Olanda, e nel 2017 un suo lavoro co-creato con la collega Oneka Von Schrader è finalista al Prix Jardin d’Europe di Impulstanz a Vienna. Tornato in Italia nel 2018, presenta le sue creazioni in teatri e festival tra cui Fabbrica Europa e Teatro Florida a Firenze; Gender Bender a Bologna; Short Theatre, Teatri di Vetro e Buffalo a Roma. Ha collaborato con artisti, coreografi, musicisti tra cui Greta Francolini, Cristina Kristal Rizzo, Edoardo Ciaralli, Lady Maru.
Il progetto τέχνη – téchne è un percorso di formazione condivisa e collaborativa guidato dal light designer Gianni Staropoli. I partecipanti, a partire da un proprio progetto artistico in divenire, avranno la possibilità di scandagliare visioni e nozioni pratiche relative alle componenti di luce e spazio, al fine di leggere e comprendere la luce non come dato tecnico da configurare nella fase conclusiva del prodotto artistico, ma come elemento alfabetico e dimensione significante da pensare in nuce nella fase del processo creativo, come stratificazione della drammaturgia del progetto.