«Quando gli uomini muoiono, entrano nella storia. Quando le statue muoiono, entrano nell’arte. Questa botanica della morte è quello che chiamiamo cultura. È che il popolo delle statue è mortale. Un giorno i loro visi di pietra si decomporranno a loro volta. Una civiltà lascia dietro di sé le sue tracce mutilate, come i sassolini di Pollicino. Ma la storia ha divorato tutto. Un oggetto è morto quando lo sguardo vivente che si era posato su di lui è scomparso. E quando noi spariremo, i nostri oggetti finiranno dove mandiamo quelli dei ‘negri’: al museo».
Alain Resnais, Chris Marker e Ghislain Cloquet, Les Statues Meurent Aussi, 1953, film 29’ [t.d.c.]
È stata pubblicata sul sito di roots§routes_research on visual cultures la call per il prossimo numero monografico della rivista (a. XI, n. 35, gennaio-aprile 2021), co-curato da Giulia Grechi e Salvo Lombardo, dal titolo “Anche le statue muoiono”. Un numero che affronterà questioni cruciali per il nostro, così tumultuoso, presente e che proporrà una serie di riflessioni sul rapporto fra pratiche di decolonizzazione e spazi pubblici, fra corpi, memorie ed “eredità difficili”.
La deadline per l’invio degli abstract è fissata al 15 novembre 2020. Per ulteriori e più specifiche info su modalità e tempistiche, consulta la call for proposals.