15 Dic 2021

Lo spazio della relazione come spazio del possibile

Dal 19 al 25 Ottobre 2021, io e Patricia Carolin Mai abbiamo condiviso il percorso di residenza The space of relationship, all’interno degli spazi della Lavanderia a Vapore di Collegno, nell’ambito di una sperimentazione dell’area Innovazione e Ricerca. L’idea e lo sviluppo di questa residenza si sono articolati intorno al desiderio di attraversare un percorso dedicato allo spazio della relazione come spazio del possibile’. Questo incontro, infatti, nasce dalla curiosità di investigare – a partire dal proprio territorio di ricerca che in entrambi i casi mette al centro l’interesse verso la collettività – nuove possibili pratiche per esplorare lo spazio della relazione e domandarsi quali linguaggi possono nascere dall’esperienza consapevole della reciprocità, a sostegno di una relazione empatica.

In questo spazio-tempo attraversato insieme, il desiderio è stato quello di costruire un luogo temporaneo in continuo divenire in cui esplorare un processo di ricerca allargato alla cittadinanza, attraverso cui condividere e sperimentare insieme nuove pratiche rivolte al corpo come luogo di mediazione sociale, consapevoli di essere immersi tra le informazioni che ricadono costantemente nell’ambiente. Si è posto dunque uno sguardo sul corpo come sorgente di pensiero che, però, nello stesso tempo riconosce ogni volta l’origine di ciò che lo anima e lo rende vivo, nello spazio in cui navigano i corpi tutti insieme. Le vibrazioni, le temperature emotive, gli sguardi, i gesti, i suoni, attraversano il corpo e lo modificano per sempre. 

Le pratiche proposte all’interno della residenza, si sono articolate intorno alla domanda “Che cos’è la reciprocità?” Questa domanda è stata posta a tutte le persone che, invitate ad abitare il tempo di una ricerca che necessitava della loro presenza, hanno attraversato lo spazio insieme a noi e ci hanno consegnato molte risposte, nutrendo e rielaborando lo spazio condiviso. La reciprocità ci appare, in questa esperienza, come un tempo e uno spazio che doniamo all’altrə  e che nello stesso tempo doniamo a noi stessə; come una stessa vibrazione che attraversa più corpi; un’area percepibile di ascolto profondo che nasce dalla rinuncia dei corpi ad affermarsi per offrirsi; il riconoscersi; il rischio a esporsi vulnerabili accettato da tutte le parti coinvolte; danzare-cantare-agire insieme. Una organo astratto, vivo ed invisibile, che ci include, ci genera, ci informa di chi siamo, di cosa ascoltiamo e di come pensiamo, creato dalle tensioni che insieme produciamo nello spazio che co-abitiamo.

I primi tre giorni di residenza li abbiamo dedicati a lunghe conversazioni e scritture, confronti su pratiche personali da scambiarsi e rielaborare, cercando e trascrivendo parole chiave che ci hanno aiutato a definire delle aree precise da condividere con le persone ospiti nei giorni successivi. Per fare questo abbiamo utilizzato un’ampia distesa di carta messa a terra nella sala grande della Stireria, la stanza della Lavanderia a Vapore che ha ospitato la residenza. Questo ci ha permesso di mettere al centro della condivisione la nuda ricerca in una dimensione di reciprocità: ogni domanda, ogni elemento utile, ogni pensiero o suggerimento, poteva essere infatti trascritto su questo foglio collettivo, per consegnare il proprio contributo alla collettività.

Per noi è stato prioritario scegliere di condividere non unicamente proposte di pratiche preattraversate e consolidate ma, sopratutto, idee e domande intorno a cui poter lavorare con i vari gruppi, nel tentativo di co-creare, affinare e proiettare in avanti nuove pratiche di lavoro sul concetto di Togetherness.

Negli ultimi tre giorni di lavoro abbiamo ospitato in sala, in gruppi, cinquantasei persone provenienti da tre scuole di danza della provincia (Ginger Company, +Sport8, Centro Studi Denise Zucca), il gruppo Dance Well di Torino, il TRA composto da artistə, operatori e operatrici della cultura torinesi, un gruppo di donne migranti dal percorso Collant ideato da Tampep Onlus in collaborazione con Edu-formazione della Fondazione Merz.

Con tutte queste persone abbiamo condiviso le stesse pratiche che, incontro dopo incontro, si sono evolute, avviando un processo di trasmissione comunitario e evocando la possibilità di custodire e di prendersi cura del dono ricevuto, trasformato e offerto nuovamente a chi fosse passato di li successivamente. Le pratiche utilizzate hanno interessato la possibilità di esperire un training per la cura del corpo; la possibilità di comporre insieme nello spazio a partire da immagini del nostro repertorio; l’invito a elaborare insieme la creazione di forme e sculture in una situazione di leadership paritaria, utilizzando della carta come materia da manipolare. Sono pratiche di ascolto, a supporto dell’esperienza sensoriale ed intuitiva di ciascuna persona coinvolta, per allenare il senso di insieme nel costruire una danza collettiva istantanea e per fortificare la fiducia nel condurre e, nello stesso istante, nel lasciarsi condurre.

Daniele Ninarello

The process of creativity starts as soon as people come, communicate and move together in a reciprocal space. The residency at Lavanderia a Vapore offered a unique infrastructure and opportunity to explore working cross national between Germany and Italy with amateur-dancers/non-professionals of all ages and with diverse backgrounds and biographies in a professional setting of contemporary dance. Only the great support of Lavanderia a Vapore and their sensible and welcoming invitation to the participating groups made this research possible and fruitful. Working cross national with Daniele Ninarello was influencing and expanding my creative processes to a different level and offered to meet a huge amount of people under an intense and durational condition. I found out as a dancer and choreographer, that I strive to connect human bodies to the beauty of group-processes and to find out about dance, movement, breath and the artistry of each individual dancer, who expresses his or her individuality and biography through moving. My work got stronger focused around the deep physical research on authenticity, strength and vulnerability in bodies especially in the short shared moments of connection between them. I learned that I am drawn to human beings who possess inner strength and clear voices: ones who take risks and are more concerned with honesty than perfection. I learned my lesson as a firm believer that dancers dance their best when they can lose themselves within the trust of a group and the movement that surrounds them. I got fascinated by the sensuality and humanistic relationship of people being in a space together and the reciprocity that arises from a shared practice in a common and safe space. I’m looking forward to continue and to explore the connections and relations between one individual and the group and do further research about the characteristics of the space that make this connections and relations possible. Places like Lavanderia A Vapore and people like Mara Loro and Daniele Ninarello live the spirit of reciprocity in a way, that you always want to come back and continue the collaboration. 

Patricia Carolin Mai

e
Appunti per una comunità che Danza

LAVANDERIA A VAPORE