Questa è una domanda che mi arriva spesso e nel provare a dare forma alla risposta, il ‘cosa è’ è diventato più il ‘come è’.
È nata una nuova domanda:
QUAL È LA QUALITÀ DELLO STARE DI DANCE WELL?
Sono partita da un cut up di parole, pensieri, concetti della comunità estesa di dance well dancers, nati dalla pratica di danza e di filosofia.
Il materiale arriva da incontri sviluppati a partire dall’immaginario delle piante che vagabondano e ispirati, tra gli altri, ai testi: Elogio delle vagabonde e Manifesto del Terzo Paesaggio di Gilles Clement.
Le piante vagabonde si fanno quindi metafora della qualità del processo, una qualità dello stare, che ho abbracciato anche per creare questa documentazione:
UN DISEGNO CHE SI CREA FACENDO, UN FARE ALCHEMICO CHE LIBERA IL VISSUTO, LA MEMORIA, CHE RILEGGE, RICREA, RE-IMMAGINA, ATTRAVERSO SEGNI, GESTI COREOGRAFICI E CALLIGRAFICI.
Il manifesto poetico della residenza artistica a scuola con le pratiche estetiche di Comunità dal progetto Eco del Mondo. Scrittocon gli studentidella sezione Scenografia e Design del Primo Liceo Artistico Statale Torino nel febbraio 2024, in una dimensione rituale, dove affioravano narrazioni collettive, rapsodie imperfette, memorie e immaginari che osservavano e testimoniavano il presente frantumato: litanie, elenchi, metafore, canti, nuovi sensi… Scarnificando la parola di tutte le sue ‘croste’ storiche e culturali, si tenta di riscrivere e risemantizzare un erratico, frantumato e discontinuo fraseggio poetico.
Che fare davanti allo spettacolo del mondo in frantumi? Come è potuto succedere? Ricostruire? Cosa può rinascere dalle macerie?
Queste domande sono al centro della creazione dal titolo “Eco del Mondo”, un lavoro sulla frammentazione delle identita’, a cura di Compagnia Tecnologia Filosofica (Fransesca Cinalli, Amalia Franco, Erica Pianalto, Paolo De Santis).
In the ambient of the On Mobilisation International Symposium, the School of Wish students Beatrice Sunny Brero, Tommaso Giachino, Elisabetta Lava, Alice Mariotti, Gabriele Totaro and Alessandra Vaccina celebrated the end of the Forever Young project. On this path, they were guided by the artists Francesca Cinalli, Paolo De Santis, Fabio Castello and Valentina Roselli to build an imaginary school based on their likes and desires. During the festivity, the teenagers took the adults back to school where they proposed an alternative lesson plan: a class that immersed the public in play and imagination when asking them to build ephemeral and soft landscapes, while another one opened them to an experience of tremble and vulnerability when dividing the audience into pairs to exercise losing themselves in each other’s eyes.
The poetic diagram above centers on materials from the second class. It has assembled the expectations and outcomes that were written by the audience before and after steeping in profound eye contact with their partners. With the expectations and outcomes facing each other on the paper as the adults faced each other during the exercise, the focus of the diagram intensifies on what unfolds in the middle, when after a few nervous smiles the partners relaxed into a shared experience, when embarrassment transformed into a sense of calm and discovery. The diagram can be read from left to right, right to left, diagonally, from down to up or the other way around, allowing the gaze to take a walk, similar to how the students made the drawings used here to emphasize the in-between space of two bodies: by practising walking on paper.
How could the transformation of vulnerability into bravery inspire an educational paradigm?
What do the needs that were made visible by the students’ imaginary lesson plan say about the current, normative school system?
How to cultivate trust instead of self-awareness in a classroom?
Expectations and outcomes written by the School of Wish audience on the 31st of May, drawings made by the School of Wish students during the workshops, data collected and arranged into a diagram by Kadri Sirel.
how do we create spaces for dreaming, small openings derailing the logic of the ordinary?
what about observing, not-viewing with the questions planted in the body? when we act
but collectively
a vocabulary of displaced sensations.
is not necessarily un-occupied.
how do we suspend looking at things by their name but by
pick up experiences from spaces and encounters form questions, not answers:
I see,
I feel,
I dream,
I ask myself
in the meanwhile, looking through a fishbowl
of quotidian objects wait to unveil what we don’t know what cannot be unseen once seen here are some notes:
Interspazio is a collective research project between practices, theories and artistic paths promoted by Lavanderia a Vapore with Festival Orlando, Invisible Cities, Zona K and Periferico Festival. The laboratory took place between the 13 – 18 of May 2024.
The documentation proposes a poetic distillation of words from the laboratory, taking apart sentences and re-arranging them to capture some of the shared questions investigated during the residency week.
La metafora dell’acqua, con la molteplicità dei suoi volti, fa risuonare l’abisso oscuro della violenza coloniale e al contempo emergere le domande che possono aprirci al futuro.
Una volta scesi nel cuore dell’abisso, come desideriamo tras-formare ciò che vediamo?
Chi ha diritto all’archivio?
Chi decide chi entra e chi non entra nell’archivio?
Come il rapporto con l’archivio ci tocca?
Da punto di vista ci sentiamo implicati tra passato, presente, futuro?
Come mantenere il potere di scandalo di archivi latenti, di tracce, dei materiali, perché aprano altre possibilità?
Cosa può una istituzione culturale?
Vulnerabili
alle domande,
i corpi in movimento
radicano il sogno futuro,
nella mescolanza
nello sguardo molteplice
nel coraggio di tenere tra le mani
le proprie e altrui rovine.
Cosa raccontano?
I pezzi sparsi
i frammenti occultati,
i silenzi,
in un nuovo assemblaggio
possono creare una nuova narrazione?
Eugenia Coscarella
NOTE:
Questi video e la restituzione sono stati ispirati dal mio rituale mensile di preparazione e tintura con henné, dove le polveri tintorie si trasformano grazie alla mescolanza con l’acqua.
Il processo di preparazione, lavaggio e risciacquo sono stati il set di ripresa dei primi due video.
La documentazione di questi eventi del Festival d’inverno, arrivano ora, a lento rilascio, così come richiede il processo descritto.