«BLESS THE SOUND THAT SAVED A WITCH LIKE ME» | Spring Rolls
concept e coreografia Benjamin Kahn
con Thi Mai Nguyen
music design Lucia Ross
light design Neills Doucet
assistente alla drammaturgia Théo Aucremanne
occhio esterno Cherish Menzo
testi Benjamin Kahn ispirati a Pier Paolo Pasolini, Death Grips, Darek Jerman, MAVI
produzione compagnie Benjamin Kahn
grazie a Les Halles de Schaerbeek, Léonard Degoulet, Louis Daurat, Sati Veyrunes
coproduzione Klap Maison pour la danse, Charleroi Danse, Les Halles de Schaerbeek
con il sostegno di Nuovi Mecenati – Fondazione Franco-Italiana per la Creazione Contemporanea
Nel settembre 2020, un gruppo di madri del New Jersey decise di riunirsi in un parco e di urlare a squarciagola. Si sentivano trascurate nella lotta contro la pandemia. L’atto di gridare collettivamente, di rivendicare spazio di fronte al proprio ego e di condividere questo bisogno in un incontro informale sembrava essere una pratica lenitiva in questi tempi di disperazione. In seguito a questo primo grido collettivo, il New York Times ha installato una linea telefonica pubblica nella speranza di servire coloro che hanno bisogno di un grido primordiale. Uno dei punti di partenza della ricerca è il clamore della protesta sociale di queste madri e di molte altre donne negli ultimi decenni.
«Bless the Sound that Saved a Witch like me» è scritto al plurale, per sottolineare la diversità delle realtà e le grida infinitamente diverse che coesistono in noi e intorno a noi. C’è questo grido intimo ed esistenziale e il grido pubblico, dall’urgenza personale a quella collettiva. C’è nella scrittura l’assolo e il coro, come una solitudine segnata da tutte le lotte. Attraversato dalla complessità delle loro indissociabili coesistenze, «Bless the Sound that Saved a Witch like me» cerca di investire i confini tra l’intimo e il collettivo e la possibilità di una necessaria liberazione.
«Bless the Sound that Saved a Witch like me» è come un grido d’allarme, questa volta nel contesto della crisi geopolitica, ideologica ed ecologica che stiamo attraversando. Si dissocia volontariamente dalla prospettiva di un “futuro possibile” per confrontarsi con un presente possibile e urgente, con il desiderio di ripensare uno spazio di rappresentazione in un rapporto più radicale e immediato con il pubblico, per proporre una forma meno intellettuale che istintiva, un’esperienza che non può ancora essere articolata.
Dalle ore 19 in teatro APERITIVO EFFERVESCENTE a cura di Associazione Renken
