SEMINARIO CON GIOVANNI DI CICCO
con Giovanni Di Cicco (danzatore, coreografo e insegnante, si forma e lavora in Italia, Francia e Germania)
per un massimo di 20 partecipanti
La danza di Giovanni Di Cicco è una sintesi interiore e in divenire di insegnamenti trasmessi da alcune importanti tradizioni riguardanti l’Uomo e il movimento vitale. Una ricerca personale partita alle radici della danza contemporanea e del teatro-danza per arrivare a superare il limite dell’interesse che separa e unisce il Corpo all’Essere. Uno stile raffinato e complesso, in cui il corpo del danzatore tende al superamento di ogni preoccupazione legata al personale per farsi canale di principi generali più ampi. Nasce un movimento raramente arbitrario, anzi, dettato da esigenze funzionali e principi dinamici; fortemente estetico e significante; una ricerca che mai dimentica la dimensione spaziale della presenza. Quel che accade nelle classi di Giovanni Di Cicco è che la danza spiega se stessa con la danza, l’apprendimento avviene attraverso l’esperienza e l’osservazione mentre la parola, quando utilizzata, ha una valenza evocativa più che didattica; così il danzatore affina nel tempo una capacità attentiva speciale, una sottile percezione del corpo dal suo interno ed una qualità di concentrazione “aperta”. Senza dimenticarsi di rappresentare un’individualità collocata in uno spazio esterno vivente, in un insieme più ampio di condizioni umane-ambientali-emotive. Una danza dinamica e profonda che attraverso la tensione costante tra abbandono e controllo produce l’effetto di una crescente consapevolezza fisica. Nelle classi c’è una grande attenzione verso il gruppo, guidato come un solo corpo nel lavoro. Di Cicco, responsabilmente, riesce a creare le condizioni ottimali per ciascuno, consapevole che un passo avanti nella comprensione – da parte del singolo – possa essere sostegno e guida per la comprensione di molti. Vi è un interesse prettamente umano dietro il percorso proposto: la danza viene elaborata ed utilizzata come strumento eletto all’esplorazione ed il corpo come canale aperto verso possibilità più grandi e meno finite.
(liberamente tratto da Valentina Farone)